REPORTAGE
RAHUL GANDHI’S YATRA
YATRA è una parola sanscrita che si traduce con viaggio, marcia, pellegrinaggio. È anche una pratica politica iniziata da Mahatma Gandhi nel 1930 con la ‘marcia del sale’, una marcia pacifica di protesta contro la tassa che il governo coloniale britannico aveva imposto sul sale appunto. In questi giorni in India ho partecipato ad un altro Yatra, guidato da un altro Ghandi: il ‘Bharat Jodo Yatra’ (che vuol dire Marcia per l’India Unita) di Rahul Gandhi (il presidente dell’India National Congress) che sta percorrendo l’India da Sud a nord. Rahul Gandhi e altre persone che hanno deciso di intraprendere la marcia hanno iniziato a camminare settembre da Kanyakumari,la punta più a sud dell’India e tra qualche settimana arriveranno a Srinagar, In Kashmir. 150 giorni, 3570km di marcia attraverso 12 stati e migliaia di persone coinvolte, un evento che passerà alla storia perché non si era mai visto prima (su questa scala).
A spingerli a mettersi in cammino è stato sopratutto l’amore per il proprio paese e per la diversità che lo popola, diversità messa sempre più a dura prova dalla campagna d’odio dell’attuale governo che discrimina—neanche troppo velatamente—musulmani, minoranze etniche del nord-est e anche i dalit.
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